Il profilo del caregiver è stato riconosciuto e delineato normativamente per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, Legge n. 205 del 2017), che al comma 255 lo definisce come “persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti”.

Il Caregiver è un supporto per chi ha bisogno di un aiuto quotidiano: è colui che si occupa del benessere di un’altra persona.

Le tipologie di caregiver sono:

  • Caregiver professionale: un operatore qualificato che svolge la sua attività a pagamento.
  • Caregiver familiare: una persona, molto spesso un parente, che si occupa di un proprio caro, offrendo assistenza sotto un triplice aspetto, fisico, emotivo e pratico.
  • Caregiver volontario: una persona che aiuta un’altra, solitamente all’interno di associazioni di volontariato.

I compiti principali del caregiver sono:

  • offrire supporto emotivo e psicologico;
  • aiutare nelle varie attività quotidiane: igiene, alimentazione, supporto per camminare o muoversi;
  • gestire le terapie, le visite mediche, le cure e i farmaci.
  • mantenere uno spazio che trasmette serenità e sicurezza.

Occupare il ruolo di caregiver richiede impegno, costanza e sacrifici. Non tutti sono in grado di ricoprire questo ruolo per la responsabilità che comporta.

Il caregiver e il cancro

Il ruolo del caregiver assume un’importanza crescente nella vita delle persone colpite da una diagnosi di cancro, soprattutto considerando l’aumento globale dell’incidenza della malattia e la necessità di supporto prolungato nei pazienti con patologie avanzate o terminali.

La figura del caregiver nei pazienti oncologici è centrale e spesso insostituibile. Si tratta della persona che offre assistenza pratica, emotiva e spesso medica a chi è affetto da un tumore.

Spesso i caregiver non dispongono di una preparazione adeguata per affrontare i numerosi compiti richiesti, trovandosi talvolta impreparati anche sul piano emotivo.

Questo può generare un forte stress legato all’assistenza diretta, con ripercussioni significative sulla salute fisica, sulla qualità della vita psicologica, sociale e persino sulla stabilità economica del caregiver.

Il compito di prendersi cura di una persona malata di cancro è più impegnativo rispetto ad altre malattie, in quanto i sintomi oncologici variando da persona a persona, comportano una maggiore complessità assistenziale, specialmente in fase avanzata o terminale.

Di conseguenza i caregiver sono tenuti a monitorare frequentemente e con costanza la salute del paziente e devono impegnarsi in una varietà di abilità di coping (capacità di fronteggiare le situazioni) per affrontare gli aspetti emotivi della propria vita e di coloro a cui stanno fornendo assistenza.

Per questo motivo, la cura del cancro può avere un impatto significativo sulla salute psicologica e fisica dei membri della famiglia».

“Il carico fisicopsicologico e sociale derivante dal prendersi cura di una persona con cancro è molto pesante. Il cancro è una malattia che si protrae per lunghi periodi di tempo in cui una persona malata può attraversare fasi diverse, ciascuna con bisogni specifici. A fasi di piena autonomia, si possono alternare momenti che richiedono la presenza di qualcuno sulle 24 ore.

A momenti di serenità e speranza possono alternarsi momenti di sconforto” (Fondazione Umberto Veronesi).

Il ruolo di caregiver oncologico può essere profondamente gratificante, ma anche estremamente sfidante, per questo è prezioso e importante supportarlo e sostenerlo.

Credits: Foto da Pixabay

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