“Nessun atto di gentilezza per piccolo che sia è mai sprecato”
(cit. Esopo)
Ma cos’è la gentilezza?
La gentilezza è amore e armonia.
La gentilezza vive nei gesti di chi spontaneamente ti regala il suo aiuto, ti porge la mano, ti regala un abbraccio e/o un sorriso.
Gentilezza è prendersi cura di sé e degli altri.
È gentile anche un tramonto, il sole che scalda e illumina il nostro viso, il profumo di un fiore.
“La gentilezza è ovunque. Fuori e dentro”.
(Daniel Lumera e Immaculata De Vivo in Biologia della gentilezza)
Sono tanti i modi in cui la gentilezza si manifesta e se noi ci sintonizziamo con il nostro sentire, con il nostro cuore e la nostra anima li riconosciamo subito. Subito comprendiamo che è il modo migliore che abbiamo per dimostrare il nostro amore incondizionato per il mondo, per le cose belle che la vita ci dona e per il prossimo.
Ma perché la gentilezza svolge un ruolo importante anche nella prevenzione e nelle cure oncologiche?
La gentilezza svolge un ruolo prezioso anche nella prevenzione e nelle cure oncologiche rappresentando una sana abitudine che contribuisce al nostro benessere psico-fisico.
La scienza conferma che vivere in armonia con noi stessi e con gli altri può aiutarci a vivere una vita più serena e in salute.
“Oggi abbiamo prove a sufficienza per affermare che il nostro stile di vita conta molto di più della genetica nel determinare il nostro stato di salute complessivo” – afferma Immaculata De Vivo.
È scientificamente provato che abitudini come il fumo, il consumo di alcool, la sedentarietà, la cattiva alimentazione sono abitudini non sane in quanto creano le premesse per la comparsa di malattie oncologiche.
Avere invece uno stile di vita sano basato su alimentazione corretta, attività fisica regolare, astensione dal fumo, sonno regolare, praticare meditazione, immergersi nella natura e avere atteggiamenti positivi come la gentilezza, l’empatia, l’altruismo, l’apertura con gli altri ci consente di vivere più a lungo e con una qualità di vita migliore.
Daniel Lumera e Immaculata De Vivo sostengono che la gentilezza e in genere i sentimenti di solidarietà migliorano l’impatto sulla malattia in quanto validi strumenti per allentare le tensioni causate dalle emozioni negative associate alla diagnosi di cancro e al percorso delle terapie, contribuendo in alcuni casi a migliorare la risposta dei trattamenti.
A sostegno di ciò, Kenneth Schwartz, a cui nel novembre del 1994 fu diagnosticato un tumore ai polmoni allo stadio avanzato, ha raccontato la sua toccante esperienza in un articolo del Boston Globe Magazine intitolato A Patient’s Story che vi invito a leggere.
“Sono stato sottoposto a chemioterapia, radiazioni, interventi chirurgici e a notizie di tutti i tipi, specialmente a brutte notizie. È stata un’esperienza dolorosa, eppure (…) gli atti di gentilezza – il semplice tocco umano dei miei caregivers – hanno reso possibile l’insopportabile”. (Schrwartz, 1995 citato da Chadwick, 2015).
Kennet Schwartz pochi giorni prima della sua morte ha deciso di fondare il Centro Schwartz con il fine di garantire a tutti i pazienti cure compassionevoli e umane: The Schwartz Center for COMPASSIONATE HEALTHCARE.
È stato condotto uno studio, di cui si parla in “Biologia della gentilezza”, in cui scienziati provenienti da diversi istituti hanno individuato sei atti di gentilezza contro il cancro.
Sei atti di gentilezza contro il cancro
I sei atti di gentilezza sono:
- ascolto,
- empatia,
- generosità,
- antistress,
- onestà
- supporto.
Ascoltare i pazienti creando una relazione empatica basata sulla comprensione, sulla condivisione e sulla fiducia, regalare un sorriso o una frase di incoraggiamento, scegliere accuratamente le parole giuste e delicate anche nel comunicare diagnosi complesse, supportare i famigliari e i pazienti sono tutti atti gentili.
La gentilezza è un atteggiamento che implica ascolto, rispetto, comprensione e fiducia verso l’altro.
“Un approccio gentile e umano con il paziente deve essere parte integrante e imprescindibile del percorso terapeutico e della formazione del medico” – ricordano gli oncologi del Cipomo (Collegio Italiano Primari Oncologi Ospedalieri).
“Con la gentilezza si fa del bene non solo al paziente e alla famiglia, ma a tutta la società, perché gentilezza significa rispetto” – afferma Luigi Cavanna, Presidente del XXVI Congresso e Presidente Cipomo.
Avere un atteggiamento gentile e umano nei confronti del paziente e della famiglia aiuta quest’ultimi ad affrontare con più serenità i momenti difficili: li aiuta ad essere più ottimisti e a non mollare nonostante tutto.
Anche se sono stati fatti passi da gigante le terapie oncologiche con i loro effetti collaterali sono devastanti non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto dal punto di vista psicologico.
È importante per il paziente poter contare su un ambiente medico umano, gentile, sensibile che ti supporti e incoraggi, che non ti lasci solo, che ti comprenda e che ti ascolti profondamente.
“Serve umanità, serve sostegno e incoraggiamento, serve supporto, serve comprensione, serve empatia per poter comprendere il dolore di chi coraggiosamente affronta un tumore”.
La gentilezza crea gentilezza e più saremo gentili più contribuiremo a rendere il mondo migliore e più bello.
“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile sempre.”
(Ian McLaren)
Credits: Foto di Fernando Zhiminaicela da Pixabay
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